martedì 23 giugno 2015

la famiglia in dettaglio: di origine, di procreazione e... di compagnia


Si parla molto di famiglia in questi giorni dopo le polemiche suscitate dalla manifestazione del family day: praticamente i cattolici contro i gay.
"Siamo un milione!" dicono, invece 400.000 (forse) secondo il Ministero degli interni: si saranno sovrastimati, anche questo capita, non la consideriamo una colpa grave, fosse solo questo!

I ribelli, già si sa,  non amano la famiglia, proprio il concetto di famiglia è coriaceo per loro da digerire: negli anni '60 e '70 andavano per la maggiore libri come "Uccidi il padre e la madre" di Jerry Rubin e slogan come: "la famiglia è un ambiente sano ed arioso... come una camera a gas".

Erano intensi allora i conflitti generazionali, in parte legati al ciclo fisiologico della vita, in parte alla apertura degli Atenei ed alla crescita culturale di quella che fu all'epoca, la nuova generazione e che ancora alle prese con la piena ormonale dell'adolescenza, si trovava a dover gestire livelli di conoscenza e comprensione superiori (credevano loro!) a quelli dei propri genitori con  scolarizzazione meno elevata.

Certo si fa presto a dire famiglia, ma in realtà questa prima cellula sociale ha alcuni limiti:

  • il rapporto familiare non si sceglie, ma è un rapporto obbligato, determinato dal caso: nessuno sceglie i propri genitori, né i propri figli. A voler essere pignoli, l'unica scelta alla base della famiglia tradizionale è quella operata dai due coniugi, che poi (guarda caso) sono quelli ai quali capita più spesso di litigare e disfare tutto... chissà perché? I vincoli di sangue esistenti nella famiglia tradizionale non sono gli unici rapporti obbligati che sperimentiamo nella nostra vita, ci sono anche i rapporti di vicinato e di lavoro, certo, ma con i familiari si condividono gli spazi vitali (come quello abitativo, per dirne solo uno) e quindi se nascono conflitti si tratta di situazioni molto dilanianti e profonde.
  • il nucleo familiare come prima cellula sociale è estremamente conservatore: questa circostanza è legata alla identificazione di ciascuno dei coniugi con i propri modelli familiari, ognuno quindi cerca di proporre o spesso di imporre un proprio modello regressivo dei ruoli.     A questo proposito c'è da aggiungere che la riproposizione e l'attitudine a riprodurre la  costellazione  relazionale sperimentata  all'interno della famiglia di origine è una delle cause più frequenti di disaccordo e conflitto tra i coniugi, ma l'identificazione affettiva (o il rifiuto affettivo) col genitore del proprio sesso è un motore potente, che garantisce, soprattutto in carenza di capacità introspettive e di elaborazione, la conservazione della struttura di rapporti tradizionale. Questo è il motivo cardine che spiega il perché la famiglia sia per sua natura conservatrice: al momento della assunzione di responsabilità, ci si riscopre bisognosi di stabilità e sicurezze e da questo punto di vista non c'è nulla di più facile che camminare in un solco già tracciato. In linea di massima possiamo dire che quanto più complesso, conflittuale e doloroso è stato il rapporto nella famiglia d'origine, tanto più difficile sarà raggiungere il successo (l'equilibrio ed il benessere nei rapporti) all'interno della famiglia di procreazione.
  • Le profonde modificazioni del costume e della economia attualmente realizzate nella nostra società incontrano resistenza per trovare riscontro in una parallela modificazione dei rapporti e ruoli all'interno della famiglia: i modelli familiari sono profondamente radicati nel mondo fantasmatico interno e sono parte della identità personale di ciascuno. I cambiamenti culturali e soprattutto quelli emozionali ed affettivi, sono molto più lenti e dunque la struttura familiare tende per sua natura ad essere reazionaria e resistere al cambiamento. Poi, in parte, anche questo dipende dal livello di consapevolezza e condivisione reciproca di ciascun membro del nucleo.
  • Costruire un gruppo familiare per alcuni aspetti "trasgressivo", come coppie etero conviventi e non sposate, famiglie con un solo genitore, coppie omosessuali, etc.,  per alcuni rappresenta (oltre che una necessità legata alle proprie personali vicende di vita e/o al proprio orientamento sessuale) anche una misura concreta che preclude o minimizza il peso di una identificazione ad un ruolo al quale non ci si sente di aderire sul piano emozionale profondo: vengono conservati all'interno del gruppo "trasgressivo" la condivisione degli spazi abitativi e vitali, del progetto di vita futuro, della socialità, dell'affettività, degli interessi economici, con tutti i diritti e doveri reciproci che questo comporta. In fondo è un tentativo, benché al momento ancora disordinato, di adeguare la struttura della prima cellula sociale al costume ed alla cultura dei nostri tempi. 

3 commenti:

  1. Sto..seguendo il programma TV dalla vostra parte.....su rete 4 non fanno nulla!!!!!urla esasperazione ......

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  2. Sto..seguendo il programma TV dalla vostra parte.....su rete 4 non fanno nulla!!!!!urla esasperazione ......

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